Quando il lavoro diventa davvero smart

Nella nuova “cassetta degli attrezzi” degli HR orario e luogo di lavoro mutano forma e si punta al risultato attraverso flessibilità e benessere. Il ruolo del direttore del personale è centrale nello sviluppo del business, dalla selezione delle risorse alle strategie di retainment.

Il tema scelto per il Congresso Nazionale AIDP 2024 va dritto al cuore dei cambiamenti in atto, e forse li riassume tutti. Spazio e tempo, le due colonne portanti del lavoro nell’impresa, così come l’abbiamo conosciuto da un secolo a questa parte, sono profondamente scosse, e non solo dallo smart working e dalla sua esplosione durante e dopo la pandemia. Almeno per una parte del personale, il lavoro non viene più necessariamente svolto in un determinato luogo, e il classico “orario di lavoro” perde sempre di più la sua rilevanza, a favore di una valutazione (e quindi una remunerazione) del lavoro mirata più ai risultati che alla presenza e al tempo. Certo, si tratta di un processo non lineare, che fa i conti con un’opinione ancora diffusa, ancorata alla vecchia distinzione tra obbligazione di mezzi (propria del lavoro subordinato) e obbligazione di risultato (tipica del lavoro autonomo). Basti vedere alcune posizioni, anche recenti, espresse dalla giurisprudenza sul licenziamento per scarso rendimento.

Senza considerare che è ancora diffusa, nella cultura giuslavoristica, la posizione di chi guarda con diffidenza all’autonomia del lavoratore nella gestione dei tempi di lavoro, considerando la misurabilità degli orari di lavoro (tuttora presente nella normativa) da un lato uno strumento di controllo e dall’altro una misura di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

Tuttavia la tendenza alla flessibilità nei tempi di lavoro è inarrestabile, anche perché incrocia le mutate esigenze e attitudini delle nuove generazioni, che, come ben sa chi si occupa di recruiting, sono sempre più attente, nei colloqui di lavoro, all’esistenza o meno in azienda di politiche di flessibilità. Quello del tempo, quindi, diventa un tema centrale per attrarre e trattenere le risorse, in particolare quelle giovani e qualificate. Di qui le riflessioni e le sperimentazioni di lavoro ibrido, di flessibilità degli orari, di abolizione delle timbrature e infine di settimana corta, su cui insieme stiamo lavorando.

È inoltre prevedibile che l’innovazione e l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale daranno ancora impulso a queste trasformazioni in atto e saranno quindi ulteriori occasioni di confronto e sperimentazione. In tale contesto, il ruolo degli HR assume rilievo centrale nello sviluppo del business, che necessita di risorse qualificate (sempre più difficili da trovare), motivate a lavorare in modo efficiente e produttivo, e che siano incentivate a rimanere in azienda. Quindi diventa decisivo progettare ambienti di lavoro attrattivi e che siano in grado di coniugare le necessità produttive con la crescente domanda di benessere sul luogo di lavoro. Un compito che richiede un meditato aggiornamento della “cassetta degli attrezzi” degli HR e dei consulenti che li supportano.

 

Aldo Bottini, partner di Toffoletto De Luca Tamajo

 

 

 

 

 

 

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