Progetto Labor: uno sguardo fuori dalla finestra

Storie di HR

La storia che vi voglio raccontare parla di un’idea, nata dalle disillusioni di un giovane neo-laureato di fronte al mercato del lavoro e cresciuta durante il mio percorso come HR.

Mi chiamo Claudio Fumaroli, ho 34 anni e mi occupo di Risorse Umane dal 2013, prima in una PMI, oggi in Stellantis. Nel 2017, partendo dalla mia esperienza di ingresso nel mondo del lavoro, ho creato il Progetto Labor, un percorso formativo sui temi del lavoro rivolto a giovani e adulti in cerca di occupazione o ri-occupazione.

L’idea è stata quella di dedicare del tempo alle persone, con un’attività che rendesse la funzione HR “socialmente utile per la comunità che abito, nonché creare uno spazio per la costruzione di autentici legami intergenerazionali. Per questo, ho voluto rivolgermi sia ai miei pari, sia ai ragazzi ancora alle prese con le scuole superiori, sia agli adulti, per affrontare temi quali l’occupabilità, l’uso dei social, le candidature on-line.

Le attività sono iniziate in un piccolo spazio messo a disposizione dal Comune, quindi si sono ampliate, rivolgendosi a Scuole, Associazioni di volontariato e Uffici Giovanili (tra cui la proficua collaborazione con l’Informagiovani di Torino). Nonostante le difficoltà a fare breccia in alcuni contesti istituzionali, ho sempre cercato di comunicare non solo “cosa pensa un HR” ma più in generale quali sono le logiche che regolano i processi di ricerca e selezione, come costruire un proprio percorso formativo e professionale, come raccontare la propria esperienza di vita e di lavoro.

Le modalità sono diverse: lezioni frontali in presenza, simulazioni interattive, momenti di consulenza individuale, webinar da remoto e, da ultimo, anche pratiche teatrali, che aiutano i partecipanti a “mettere a terra” emozioni, prossemica, occupazione dello spazio.

Il numero di ragazzi, giovani e adulti incontrati fin qui è davvero numeroso, ma le attività non si fermano: sia perché il mondo del lavoro è in continua evoluzione, sia perché le persone in ricerca continuano ad avere domande. Inoltre, questo rappresenta per me un modo per mantenere il “polso della situazione”, conoscere, almeno in parte, l’altro lato della scrivania, quello che c’è fuori dai nostri uffici o dalle nostre posizioni, spesso molto comode, di contratti a tempo indeterminato.

Oggi porto questa mia esperienza anche all’interno di AIDP: in qualità di Consigliere regionale, sono referente dell’area Istruzione & Università, per continuare a volgere lo sguardo ai giovani del nostro territorio, per alimentare il dialogo con le istituzioni formative e favorire lo scambio tra generazioni su questi temi.

Essere un HR che guarda al “Future of Work” significa approcciare le situazioni in maniera più organica, mettendo insieme diversi punti di vista e facendo esperimenti con un impatto più ampio. Solo così potremo trovare soluzioni nuove, ma soprattutto intercettare paure, desideri, prospettive e valori dei lavoratori di domani.

 

Autore

Claudio Fumaroli

Claudio Fumaroli Radical HR at STELLANTIS, ideatore e promotore del Progetto Labor, socio e consigliere di AIDP Piemonte e Valle d’Aosta

Questo Articolo è stato letto da 3595 persone

1 Comment

Leave a Reply