Nell’attuale panorama lavorativo, dai tradizionali modelli gerarchici ci stiamo spostando sempre più verso relazioni empatiche e autentiche. Come? Attraverso un’azione semplice: la cura delle proprie persone.
Prendersi cura: per la Treccani equivale ad “avere riguardo, attenzione”. Anche a “interessamento solerte e premuroso per qualcuno o qualcosa, che impegna la nostra attività”. Fino a pochi anni fa, era un concetto riservato al nucleo familiare o alle persone più care. Impensabile associare questo termine alla sfera professionale e, in particolare, alle relazioni tra due ruoli molto rigidi e, in passato, spesso non comunicanti: datore di lavoro e lavoratore.
Oggi non è più così, anzi, molte aziende stanno integrando la cura delle persone come parte fondamentale della gestione delle risorse umane e della cultura organizzativa. Molte e contingenti le cause, come la grande fattura generata dal Covid e le diverse aspettative che le nuove generazioni stanno pretendendo dal lavoro.
Ma cosa vuol dire “prendersi cura” delle proprie persone? Secondo una recente ricerca di W-Group realizzata su oltre 2.600 lavoratori italiani, i migliori leader non sono quelli che assegnano più facilmente promozioni o benefit, ma coloro che sanno ascoltare le persone (26%), seguito da chi è in grado di valorizzare i talenti di ognuno (19%) e da chi dà fiducia (17%) e sa stimolare il lavoro in team. E quando trovano un leader così le persone non l’abbandonano: sei lavoratori su dieci resta in azienda anche a fronte di offerte migliorative; al contrario, chi decide di andarsene lo fa principalmente perché si sente sfruttato (22%) e non valorizzato (19%). Perché, insomma, non c’è cura nei loro confronti.
Ecco cosa vuol dire prendersi cura delle persone: essere consapevoli che le check list che abbiamo usato in questi anni, fatte di incentivi economici, promozioni e benefit, centrano solo in parte i bisogni reali dei lavoratori e non bastano a trattenerli; serve almeno altrettanto sedersi a un tavolo di fronte a loro e ascoltarli davvero, occhi lontani dal telefono e orecchie aperte sui loro bisogni, aspettative, prospettive e sogni per capire come valorizzarli. Si può avere cura di una persona solo se la si ascolta e la si osserva. Se si costruisce una relazione vera, concreta, personale con lei.
Si tratta di un processo win-win. Mentre le persone crescono, crescono anche i leader e i team nel loro complesso. E la somma delle crescite dei team comporta la crescita dell’intera organizzazione, ovvero l’azienda di cui fanno parte e il tessuto economico e sociale di cui è cellula fondamentale.
Prendiamoci cura delle persone e cresceremo insieme a loro.
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