L’epoca che viviamo ci interroga su un tema di straordinaria attualità, forse il tema più complesso della modernità e dalle molte sfaccettature: le relazioni tra persona, lavoro e tecnologia, o più in generale, l’innovazione. L’inedita trasformazione che stiamo vivendo, guidata in particolare dal digitale, è uscita dalle stanze dell’economia e delle imprese per entrare nel dibattito pubblico. Ora se ne discute ovunque. Del resto alcuni simboli di questo cambiamento epocale, come robot, intelligenza artificiale e algoritmi, occupano la scena non solo perché sollecitano la nostra immaginazione, ma perché stanno diventando concretamente compagni della nostra vita. Sono icone che rappresentano al tempo stesso opportunità e preoccupazioni. I robot, per esempio, fanno paura a molti, si teme che portino disoccupazione e licenziamenti, che possano sfuggire dal nostro controllo. Preoccupa come l’intelligenza artificiale possa essere usata. Preoccupano le analisi predittive degli algoritmi che rendono più fragile la nostra libertà. Temiamo cosa potranno decidere i robot di fronte a situazioni concrete.
Dunque, l’epoca e l’economia dei robot e dell’intelligenza artificiale interpellano l’umanità con vecchi e nuovi dilemmi morali.
C’è l’idea però che i robot saranno ciò che l’uomo metterà nella loro “testa”. L’attenzione si sposta così sul “governo” dei robot e sulla esigenza di una progettazione a servizio dell’uomo.
C’è un’altra questione che interroga prepotentemente anche imprenditori, manager, lavoratori e sindacati, riguarda la ricchezza che l’innovazione produrrà. Di chi sarà? Come sarà distribuita? La spinta automazione porterà più giustizia sociale o sarà una nuova arma per aggravare le diseguaglianze già “insopportabili”?
È in questa cornice problematica che celebreremo, il 7 e 8 giugno prossimi ad Assisi, il 48° Congresso nazionale AIDP Intelligenza artificiale intelligenze umane. Quando il plurale fa la differenza. Un tema che incrocia evidentemente più prospettive e discipline, interroga le istituzioni e la politica, la scienza e la filosofia, le imprese e i lavoratori, la scuola e le famiglie. Questo tema, gli atteggiamenti che esso suscita e le preoccupazioni che alimenta riempiranno sempre più l’agenda delle funzioni HR che se ne dovranno far carico per valorizzarne le opportunità e governarne le implicazioni, soprattutto per evitare che l’innovazione sia subita e non partecipata.
Per questo occorre progettare e sperimentare laboratori aperti di confronto e discussione per mettere in comune le sfide organizzative, sociali e umane che le imprese e le altre organizzazioni, profit e non, stanno affrontando con impegno, responsabilità e competenza.
Su questo sfondo, contrassegnato anche di meraviglia e stupore per ciò che accade, collochiamo l’ottava edizione di AIDP AWARD che costituirà quest’anno lo spazio conclusivo del 48° Congresso AIDP. Il Premio così assumerà una rinnovata visibilità adeguata per dar voce e spazio ai suoi protagonisti, ossia alle aziende finaliste, alle imprese e altre organizzazioni che saranno premiate. Un’occasione per ascoltare e discutere – valorizzandone gli esiti dinanzi ai partecipanti al Congresso – le esperienze più innovative su tutte le “pratiche HR” nell’epoca della nuova grande trasformazione del lavoro.
Mi auguro allora che questo concorso possa portare in dote alla nostra comunità e al paese non solo idee ma soprattutto testimonianze di pratiche – come ho scritto altrove – per far fiorire l’umano nell’economia e nel lavoro.
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regolamento
commissione di valutazione
GABRIELE GABRIELLI
Presidente Commissione di Valutazione AIDP AWARD 2019
Adjunct Professor di HRM & Organisation all’Università LUISS Guido Carli, alla LUISS Business School dirige il People Management Competence Centre & Lab
Presidente della Fondazione Lavoroperlapersona
#aidp2019
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