Lo smart working è stata sicuramente l’applicazione più evidente della digitalizzazione in ambito lavorativo dell’ultimo anno. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, si stima infatti che nel 2020 abbiano lavorato in modalità agile oltre 6,5 milioni di italiani, mentre nel 2019 i lavoratori coinvolti erano poco più di 570 mila.
Certo, si è trattato di uno smart working semplificato – quindi non con tutte le caratteristiche legate al vero e proprio lavoro agile, libero da vincoli temporali e spaziali e strettamente legato a obiettivi e risultato – ma è comunque impressionante il numero di Aziende che hanno dovuto ripensare velocemente la propria organizzazione e la propria infrastruttura tecnologica e altrettanto quello dei lavoratori che hanno dovuto fare i conti con competenze diverse da quelle a cui erano abituati. Le ricadute della digitalizzazione sul lavoro, come lo conosciamo oggi – o meglio, come lo abbiamo conosciuto fino a ieri – sono e saranno enormi.
Cosa accadrà domani? Come dopo ogni crisi o rivoluzione, anche in questo caso assisteremo alla scomparsa di alcune professioni e al cambiamento di molte altre. A differenza di altri momenti storici in cui vi era una compensazione, in questo momento gli esperti evidenziano come difficilmente la forbice potrà chiudersi.
Due sono gli strumenti fondamentali per permettere alle aziende di restare sul mercato: il sostegno alle imprese e un’adeguata formazione del capitale umano
La digitalizzazione, infatti, non può prescindere dalla conoscenza: sia per capirne i processi sia per l’utilizzo migliore degli strumenti a disposizione. In questo contesto si inserisce il prolungamento del termine per l’utilizzo del Fondo Nuove Competenze inserito nella Legge di Bilancio 2021. Grazie al Fondo costituito presso ANPAL, i datori di lavoro possono destinare parte dell’orario di lavoro a percorsi formativi finalizzati ad affrontare le mutate esigenze organizzative e produttive dell’azienda o a favorire la ricollocazione dei lavoratori.
Nelle precedenti ondate di automazione, seppure quest’ultima sia stata in qualche modo imposta dagli eventi contingenti, gli individui potevano passare facilmente dalla routine di un lavoro a bassa specializzazione ad un altro. Ma già prima della crisi legata al Covid-19 non era più così. Un cassiere o un operaio tessile che perdono il posto di lavoro, difficilmente potranno trovare occupazione come operatori di droni, o in un team nella stessa banca che impiega l’intelligenza artificiale nei propri processi.
Occorre quindi rivedere in primo luogo la scuola, i processi di formazione e la protezione sociale, oltre ad investire nelle imprese e in tutte le infrastrutture tecnologiche per il sistema Paese
A giugno 2020, ospite al Meeting di Rimini, Mario Draghi ha sottolineato come «la digitalizzazione, imposta dal cambiamento delle nostre abitudini di lavoro, accelerata dalla pandemia, è destinata a rimanere una caratteristica permanente delle nostre società». Con questa premessa e con il futuro Recovery Plan, la speranza è che vengano messi in campo i giusti investimenti finalizzati alla formazione, alla ricerca e all’innovazione tecnologica delle nostre imprese. Su questo possono puntare anche gli HR Manager, che hanno un ruolo strategico nella gestione del talento aziendale. Attraverso la contrattazione aziendale, la realizzazione di sistemi di welfare e l’utilizzo, dove possibile, del lavoro agile, le organizzazioni possono sviluppare il proprio capitale umano e contemporaneamente contenere i costi legati alla gestione dello stesso.
È innegabile che quella che ci aspetta sarà una crisi con un forte impatto, soprattutto sociale. Se questa pandemia avrà un effetto parzialmente positivo, sarà quello di aver dato una spinta ad un processo di digitalizzazione che duri nel tempo
Anche quest’anno abbiamo scelto di essere partner del Congresso Nazionale AIDP, un’importante occasione di confronto con tutti gli attori dell’hr management. Vi aspettiamo nel primo appuntamento del 21 aprile dedicato a Digitale e Intelligenza Umana. Due temi strettamente collegati in tutti gli aspetti del lavoro, dal contratto allo smart working, al quale dedicheremo il nostro workshop.
Avv. Franco Toffoletto
Managing Partner Toffoletto De Luca Tamajo
La conversazione continua al 50° Congresso Nazionale AIDP, dal 21 aprile al 21 maggio: #Ripartire nuove organizzazioni per nuove persone, live in modalità digitale da Torino.
In particolare questi temi saranno trattati
#snodo1 Digitale e intelligenza umana
il 21 aprile dalle ore 17.00
con Massimo Recalcati, Franco Toffoletto e Maria Cristina Origlia
congresso.aidp.it/
#AIDP2021
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