La Psicologia della Collaboration

Perchè la chiave della Digital Transformation non è la Tecnologia, ma le Persone.

Si fa un gran parlare, di questi tempi, di Social Network, Collaboration, Crowdsourcing, Digital, etcc.
Sempre più spesso assistiamo o siamo protagonisti di modalità nuove o inconsuete di connessione e condivisione delle informazioni, come le ragazze riprese nella foto sopra. È evidente che la Tecnologia delle comunicazioni sta cambiando il nostro mondo ad un passo sempre più veloce. Le domande che incontriamo più spesso lavorando con i nostri clienti su questi temi sono “perché dovrei farlo” e “come si fa?”.

La risposta alla prima domanda richiede un approccio di tipo “strategico”. Già, perché non si tratta di un miglioramento incrementale di processi o strutture esistenti e consolidati nel tempo. Si tratta, piuttosto, di prendere atto di ciò che sta accadendo nel mondo – ad esempio il fatto che le persone sono, che lo si voglia o no, continuamente interconnesse con tecnologie digitali e adottano in maniera crescente comportamenti che potremmo definire social – e decidere se e come orientare le vele.

Esiste anche una risposta apparentemente semplice alla seconda domanda: scegliere e adottare una tecnologia che consenta alle persone di connettersi, scambiare informazioni e contenuti, collaborare nell’esecuzione delle attività lavorative.

L’esperienza ci di dice, però, che tutto ciò è largamente insufficiente. I livelli di adozione di Social Network interni sono spesso molto bassi e i risultati conseguiti non giustificano gli investimenti necessari.A nostro avviso occorre cambiare radicalmente la prospettiva.
Se è vero che la decisione strategica indica questa direzione come necessaria per l’acquisizione di un vantaggio competitivo, occorre però considerare il fatto che il tutto si basa sull’adozione di comportamenti spontanei da parte di tutte le persone interessate. Allora il processo di software selection e l’implementazione tecnologica sono certamente importanti, ma in maniera significativamente inferiore rispetto al metodo classico di adozione di un software. Qui occorre fare i conti con le persone che vedono aumentare vertiginosamente le opzioni a propria disposizione, potendo trarne un vantaggio potenzialmente enorme, ma che lo fanno effettivamente solo se decidono di farlo.

Ciò che conta realmente è il senso che le persone danno alla possibilità di collaborazione; è lo schema logico che adottano nell’accedere ed elaborare le informazioni e nell’apprendere; è la nuova dinamica di Gruppo che si viene ad instaurare; è il diverso ruolo che viene giocato dalle motivazioni psicologiche non coscienti.

Qualche tempo fa Google, con cui PwC ha una partnership strategica globale su questi temi, ha pubblicato l’esito di alcune ricerche centrate esattamente sul ruolo dell’Inconscio relativamente all’adozione delle tecnologie di Collaborazione. Sebbene ancora incomplete, queste ricerche dimostrano come la componente psicologica sia fondamentale e, a nostro avviso, determinante per il successo di iniziative di questo tipo.

Riccardo DonelliPeople & Change Leader, PwC

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