Generazione Z & Lavoro | Il nuovo libro di Paolo Iacci e Francesco Rotondi

A 50 anni dallo Statuto dei lavoratori possiamo pensare ad un suo radicale rinnovamento, mirato a interrompere il cortocircuito tra giovani generazioni e regole del lavoro. Ci provano i due autori in questo vademecum per le imprese e i giovani

C’è un evidente cortocircuito tra giovani generazioni e mondo del lavoro ad oggi poco rappresentato: la rigidità del nostro sistema normativo del lavoro contro la flessibilità e la predisposizione alla sperimentazione di vie nuove da parte della cosiddetta Generazione Z, i giovani nati e naturalmente a loro agio nell’epoca della svolta digitale e dell’intelligenza artificiale. Un evidente e costante scontro, prevalentemente sottotraccia, tra due istanze che nei casi più estremi evidenzia punti di vista contrastanti tali da far pensare a differenze di natura per certi versi antropologica, tra due epoche umane appartenenti a periodi storici differenti.

Il bel libro dal titolo Generazione Z & Lavoro scritto a quattro mani da Paolo Iacci (uomo d’azienda, Presidente AIDP Promotion e Eca Italia, docente all’Università Statale di Milano) e Francesco Rotondi (avvocato e giuslavorista, docente alla LIUC-Università Cattaneo di Castellanza e Managing Partner di LabLaw ), si pone l’ambizione di sollevare la questione tra gli addetti ai lavori, ma anche nel dibattito pubblico. È arrivato il momento di interrompere il corto circuito tra giovani generazioni e regole del lavoro ispirate a meccanismi del passato, è il proposito del testo così come si legge nell’introduzione.

Il libro si suddivide idealmente in due parti. La prima a cura di Paolo Iacci che indaga e racconta le nuove generazioni che hanno una molteplicità di sigle di rappresentazione, semplificata come appunto Generazione Z, Nativi digitali e via dicendo, dal punto di vista del fenomeno generazionale: la sua dimensione numerica e qualitativa in rapporto al mondo del lavoro, alla società più in generale oltre le aspirazioni, le loro caratteristiche, per taluni aspetti d’identità e sociologiche e, ovviamente, il loro rapporto viscerale con le nuove tecnologie.
La seconda parte a cura di Francesco Rotondi affronta l’impianto normativo lavoristico attuale, partendo già dalla nostra Costituzione, per evidenziare in una molteplicità di ambiti del nostro diritto e delle nostre regole come queste siano in contrasto con le nuove istanze sociali, in senso lato, di cui le nuove generazioni sono portatrici. Una contraddizione tra vecchio e nuovo, tipica dei passaggi storici da un’epoca ad un’altra, che sottintende in una prospettiva non troppo lontana la definizione di nuovi equilibri.

Nell’insieme il libro di Iacci e Rotondi è un riuscito tentativo editoriale di affrontare ed evidenziare il tema da due angolature diverse ma convergenti in un unico quadro logico: la stretta correlazione tra cambiamenti sociali epocali e conseguenti cambiamenti dell’impianto delle regole di riferimento, a cominciare da quelle del lavoro. Sullo sfondo la consapevolezza che la dimensione del lavoro delle nuove generazioni è, probabilmente, tra le più rilevanti nel percorso di edificazione della nuova società digitale. Completano il volume la rassegna della legislazione relativa alla normativa riguardo le modalità di assunzione dei giovani e quelle relative al reclutamento dei ragazzi, italiani e non, che hanno esperienza di lavoro all’estero.

I ragazzi della Generazione Z e l’attuale legislazione del lavoro sembrano siano fatti apposta per non incontrarsi

Tanto i primi sono flessibili e pronti alla sperimentazione, tanto la seconda è rigida e farraginosa, volta più a soddisfare il proprio impianto ideologico che non le necessità dei nativi digitali e del moderno sistema economico.

 di Umberto Frigelli
Coordinatore Nazionale Centro Ricerche AIDP e Partner Mading

Scopri il libro, leggi l’introduzione 

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