Intelligenza artificiale e nuovi contesti produttivi

L’utilizzo dei sistemi dotati di intelligenza artificiale presuppone la possibilità di modificare l’ambiente, per far sì che questi attori possano interagire efficacemente tra loro e con l’uomo (la c.d. smart city, in fondo, non è altro che un nuovo luogo, concepito per favorire la massima fruibilità delle potenzialità legate all’intelligenza artificiale). Anche la fabbrica, d’altro canto, è il risultato dello sforzo umano di creare un nuovo luogo, idoneo alla coabitazione tra impianti e uomini; un luogo che continua a evolversi al fine di stare al passo con l’innovazione tecnologica, come dimostrano, ad esempio, le modifiche strutturali introdotte per consentire di collegare le “macchine” a Internet, facilitando la comunicazione tra persone, processi e cose.

In questo quadro, l’adeguamento dei principi giuridici che governano i rapporti in ambienti di lavoro ai nuovi contesti sarà uno dei fattori abilitanti dell’introduzione dei sistemi di intelligenza artificiale, perché consentirà di modellarne l’applicazione in senso favorevole all’uomo.

Se l’art. 4 dello Statuto dei lavoratori – con il suo richiamo alla normativa in materia di riservatezza dei dati – è da sempre il territorio di confronto elettivo tra tecnologia e poteri datoriali, l’art. 4 del decreto legislativo n. 104/2022 è intervenuto ampliando il quadro normativo prevedendo specifiche obbligazioni informative qualora le modalità di esecuzione della prestazione lavorativa siano organizzate mediante l’utilizzo di sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzati.

L’introduzione dei sistemi di intelligenza artificiale, però, ci richiede un ulteriore sforzo perché postula un cambio di paradigma, legato all’intrinseca attitudine che questi hanno di andare oltre la logica strumentale con la quale abbiamo sempre guardato alla tecnologia, per porsi quale parte inscindibile delle modalità di esercizio dei poteri datoriali, riscrivendo così l’ontologia stessa della relazione tra datore di lavoro e lavoratore.

Proprio per questo, l’Unione Europea, con la recente approvazione del c.d. AI Act, ha posto le basi per sviluppare l’ecosistema giuridico di fiducia necessario per garantire la maggiore diffusione di questa tipologia di sistemi: si tratta di un atto normativo di fondamentale importanza che, ponendo l’accento sul ruolo centrale della persona e sulla tutela dei suoi diritti fondamentali, crea le condizioni necessarie affinché si possano cogliere i grandi vantaggi che questa rivoluzione tecnologica comporta.

 

Andrea Bonanni Caione Of Counsel Deloitte Legal Employment & Benefits

Andrea Bonanni Caione, Of Counsel Deloitte Legal Employment & Benefits

 

 

 

 

 

 

 

 

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