La riforma del lavoro aiuta la flessibilità? La flessibilità del personale che abbiamo è sufficiente?
Da queste due domande, alla luce del quadro normativo vigente e più volte modificato negli ultimi anni in tema di mercato del lavoro, si è partiti per analizzare quali interventi si ritengono più opportuni per lo sviluppo economico delle aziende. La velocità dei cicli economici, l’ampiezza del mercato globale e le nuove frontiere dello sviluppo tecnologico sono solo alcuni degli aspetti che impongono alle Direzioni del Personale la conoscenza approfondita degli strumenti, nonché la ricerca continua di soluzioni sempre più flessibili per l’organizzazione del lavoro e la gestione del Capitale Umano. Il tema è stato diviso in tre capitoli e affrontato in due giornate: la prima attraverso una tavola rotonda e la seconda in tre gruppi di discussione, anche con l’aiuto di una istant survey molto partecipata.
La flessibilità in ingresso
Il contratto di lavoro a tutele crescenti, anche grazie agli incentivi, è stato, in questi due anni, lo strumento determinante per la stabilizzazione a tempo indeterminato di molti rapporti di lavoro. Una riduzione del costo del lavoro, attraverso il potenziamento degli sgravi contributivi e fiscali per i contratti a tempo indeterminato, sembra essere la strada più richiesta per facilitare l’occupazione. Si è anche ritenuto opportuno porre l’attenzione sull’attuare le politiche attive del lavoro, che devono essere gestite in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, mediante l’incentivazione delle assunzioni dei disoccupati.
La flessibilità gestionale
Il nuovo art. 2103 c.c. ha modificato la disciplina del c.d. ius variandi, cioè il potere/diritto del datore di lavoro di modificare unilateralmente la mansione del lavoratore superando il vecchio riferimento, di elaborazione giurisprudenziale, delle c.d. “mansioni equivalenti” con particolare considerazione per i lavoratori in età avanzata. L’attenzione si è poi incentrata sulla possibilità di attuare sistemi di incentivazione della produttività che consentano detassazione e decontribuzione in base a criteri certi ed entro limiti più ampi di quelli attuali. Si è altresì reputato importante sensibilizzare aziende e lavoratori all’uso del Welfare, in particolare con l’introduzione dello strumento all’interno dei CCNL, con l’auspicio che in futuro la normativa permetta la sostituibilità di parte del salario individuale con il Welfare.
La flessibilità in uscita
Tramite un maggiore coordinamento tra le Politiche Attive del Lavoro e i servizi di Outplacement è necessario supportare il lavoratore nelle fasi di uscita e di ricerca attiva del lavoro anche attraverso programmi di formazione che consentano alle aziende di attingere a nuove professionalità. Inoltre, bisognerebbe favorire un maggiore utilizzo della Previdenza Integrativa anche per agevolare l’uscita anticipata dei lavoratori in età avanzata.
In conclusione, possiamo affermare che molti passi sono stati fatti dal punto di vista normativo ma non sono ancora sufficienti per poter restare in linea con i cambiamenti che il mondo del lavoro sta attraversando. Dall’analisi si riscontra un eccessivo costo per far fronte a tutte e tre le forme di flessibilità. L’azienda non ha più l’obbligo “morale” di accompagnare il lavoratore alla pensione, ma ha il ruolo di stimolare sempre di più il lavoratore ad adattarsi al cambiamento e all’innovazione tecnologica che avanza. La necessità di cambiare lavoro o mansione va considerata anche come opportunità di riqualificazione per essere parte attiva nel nuovo mondo del lavoro.
- I protagonisti della wave Diritto del Lavoro e Relazioni Industriali @46° Congresso Nazionale AIDP (12-14 maggio):
Roberto MATTIO Presidente AIDP Piemonte e Valle d’Aosta, Direttore Risorse Umane e Organizzazione Gruppo Pininfarina, Aldo BOTTINI Partner di Toffoletto De Luca Tamajo e Soci, Presidente di AGI – Avvocati Giuslavoristi italiani, Maria Teresa SALIMBENI Partner di Toffoletto De Luca Tamajo e Soci e Professore Associato di Diritto del Lavoro, Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa, Elsa Maria FORNERO Professore Ordinario di Economia Politica Università di Torino e coordinatore scientifico del CeRP – Center for Research on Pensions and Welfare Policies, Maurizio DEL CONTE Professore di Diritto del Lavoro all’Università Bocconi di Milano, Presidente ANPAL – Agenzia Nazionale per le Politiche Attive per il Lavoro – e Amministratore Unico di Anpal Servizi SpA, Vincenzo RETUS Vice President Industrial Relations EMEA CNH Industrial N.V., Franco GAUDINO Head of Human Resources Italy, Greece& Israel Johnson&Johnson e Massimo RICHETTI Responsabile Servizio Sindacale Unione Industriale Torino.
Approfondimenti su http://congresso.aidp.it/diritto-del-lavoro-relazioni-industriali/ o atti congressuali Wave! @aidp2017
Position paper a cura di
Roberto Mattio, Presidente AIDP Piemonte e Valle d’Aosta, Direttore Risorse Umane e Organizzazione Gruppo Pininfarina
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