Milano 4 ottobre 2023 Salone CSR. TAVOLA ROTONDA – Verso una solidarietà intergenerazionale
La collaborazione tra persone di età diverse è considerata un obiettivo importante per molte organizzazioni profit e non profit. La solidarietà tra generazioni diventa fondamentale nella gestione di strategie finalizzate alla realizzazione di progetti per migliorare il dialogo tra le persone, valorizzare tutte le diversità, ridurre eventuali criticità nei rapporti con la comunità.
Vorrei portare qui oggi una testimonianza di come per la nostra associazione, che conta ben 4000 associati in tutta Italia, il tema delle generazioni in azienda è tra quelli sempre in evidenza: coinvolge sia l’area della Diversity & Inclusion, che quella della Sostenibilità che quella responsabilità sociale e rapporto con i territori.
Uno dei principali canali per mettere in comunicazione le diverse generazioni è senz’altro quello del “MENTORING”: a tutti gli effetti costituisce un pilastro della Responsabilità Sociale per AIDP che è direttamente attiva nei confronti dei propri associati e delle comunità in cui è inserita. In particolare, vorrei citare l’esperienza di grande successo del progetto Mentoring del gruppo Lombardia che ha puntato sulla valorizzazione della relazione uno a uno tra un socio senior e uno junior. Il Mentor mette in gioco la passione per la professione e la predisposizione ad ascoltare e consigliare, il mentee è interessato ad imparare, ricevere suggerimenti e crea un network di valore che può facilitarlo nel percorso di professionale. Nel 2023 il progetto si è sviluppato da febbraio a giugno ed ha coinvolto oltre 120 soci ( metà senior e metà Junior).
Allo stesso tempo c’è poi una attività che si rivolge all’interno delle organizzazioni/aziende per far riconoscere i pregiudizi (bias) che chi è già in azienda puo’ rischiare di avere nei confronti dei giovani o delle persone piu’ senior (area D&I). Questo è un tema che è stato recentemente trattato anche durante il Congresso nazionale di Aidp tenutosi a Firenze in maggio 2023: Sono stati presentati i risultati di una ricerca sulle generazioni da cui è emerso per esempio che non siamo di fronte ad una generazione di giovani diversa dalle precedenti, ma solo portatrice di istanze specifiche che vanno conosciute e ri-conosciute. Dunque l’impegno dei colleghi HR supportato da AIDP è quello di fornire ai colleghi in azienda strumenti per acquisire consapevolezza di questi ‘pregiudizi’, per relazionarsi e gestire i giovani nelle organizzazioni.
Riguardo poi gli aspetti di motivazione e retention il focus è proprio sulle aspettative che tutte le persone hanno, di veder valorizzato il loro specifico contributo, che sia riconosciuta la loro unicità/ specificità anche nei processi aziendali che sempre meno devono essere standardizzati e sempre piu’ flessibili per cogliere le varie istanze.
Si tratta quindi di una vera e propria rivoluzione che sta avvenendo nelle nostre organizzazioni con il passaggio da soluzioni standard mirate alla ricerca della efficienza, verso l’uso di processi flessibili, modificabili che comprendano la possibilità di accogliere il contributo libero di ognuno nell’ottica non solo del miglioramento continuo (progressione in senso lineare), ma anche di un cambiamento continuo, che contempla anche repentini cambiamenti di rotta.
Dalla ricerca cui accennavo sopra ( e di cui si trovano i dettagli nel numero 206 di Direzione del Personale) emerge per esempio che:
- Le caratteristiche fondamentali ricercate nelle relazioni lavorative sono le stesse per tutte le generazioni ( X, Y, Z): il Rispetto e la Fiducia Buone relazioni con i colleghi e il manager per tutte le generazioni
- Tra Gli elementi considerati importanti per il benessere delle persone in azienda troviamo l’autonomia e la possibilità di contribuire
Purtroppo, devo constatare che la narrazione fatta da alcuni mezzi di comunicazione ha spesso connotazioni negative, di preoccupazione che non aiutano nel costruire la fiducia nel futuro e generano pre-occupazione. C’è bisogno di bilanciare meglio le cose, dando spazio anche alla speranza.
Occorre dare la giusta importanza del tema delle ‘categorie’ e del linguaggio che usiamo.
Proviamo per esempio partendo nel non definire più ‘categoria debole’ i giovani, a impegnarci nel fare iniezioni di fiducia attraverso piccole azioni (come il supporto all’orientamento, l’apertura ad ospitare studenti per il PCTO, mettere a disposizione le competenze tecniche per le scuole del territorio, ecc). Il nostro linguaggio poi si deve adattare anche a quella che ormai da più parti viene definita una “NUOVA CULTURA DEL LAVORO’, in tutti i sensi
Il lavoro è sempre meno “fatica, dovere, sacrificio” ma è invece sempre più “vita, riconoscimento, relazione, senso, realizzazione di sé”. E questo non riguarda in realtà solo le nuove generazioni; c’è davvero un nuovo atteggiamento che le persone manifestano verso il valore del lavoro.
Rossella Seragnoli, Vicepresidente AIDP
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