A causa di skill mismatch e candidate shortage, le dinamiche si sono ribaltate. Oggi si parla di mercato del lavoro candidate-driven. Cosa comporta e come le aziende possono farvi fronte con successo? Lo spiega Alessandro Nodari, Candidate Management Senior Director di Gi Group
Un candidato oggi, prima di inviare il CV, scorre il doppio delle offerte di lavoro rispetto al 2019. Questo dato rende bene l’idea del ribaltamento delle logiche che interessano l’attuale mercato del lavoro, definito “candidate-driven”, e della sfida che ogni azienda deve affrontare per riuscire ad attrarre i talenti.
Da un’indagine condotta con Intribe su oltre 400 HR, emerge che le medio-grandi aziende sembrano più sensibili al tema della talent attraction e dell’employer branding, riconoscendone anche l’impatto sulla propria competitività. Il 19,6% di queste ha indicato tra le cause della difficoltà nel trovare candidati l’incidenza che la reputazione dell’azienda ha sulla scelta di inviare CV, percentuale che scende al 9,5% tra le piccole.
Cresce anche l’esigenza di comunicare i propri valori in modo innovativo (37,1%), potenziare l’attività sui canali social (36,6%), creare costanti rapporti con scuole/università (35,2%), migliorare la pagina aziendale lavora con noi (22,8%), usare canali di recruiting più performanti (21,9%).
Il tutto per rafforzare le leve di attraction e, soprattutto, declinarle sulla base delle nuove aspettative di candidati e candidate, prima difficoltà indicata dal 39,2% delle aziende intervistate. Anche in questo caso, infatti, assistiamo ad un capovolgimento delle priorità pre e post pandemia: se prima del Covid al primo posto come elemento decisivo per cambiare lavoro c’era il pacchetto retributivo, oggi troviamo il bilanciamento tra vita famigliare e lavorativa.
Uno scenario sicuramente molto più complesso e sfidante di qualche tempo fa, dove le aziende sono pressoché costrette a “guardarsi dentro” e fare i conti con diverse variabili e domande: qual è la mia Employee Value Proposition? A quale generazione appartengono i candidati e quindi quali sono i contenuti e i canali più idonei da utilizzare? E ancora: qual è il mio brand purpose e come lo comunico in una logica di attraction?
Tutte domande per le quali molte volte le aziende hanno bisogno di essere accompagnate. Ed è quello che Gi Group fa con brand@work, il prodotto di Employer Branding e Talent Attraction pensato proprio per aiutare il mondo delle imprese. Brand@work si caratterizza per soluzioni tecnologiche assolutamente all’avanguardia (una su tutte, il programmatic recruiting con Hirematic), ma anche per soluzioni “analogiche” assolutamente necessarie, come la possibilità di accompagnare le aziende su scuole di interesse nel territorio di riferimento.
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