Due anni di intensa attività riformatrice hanno cambiato le regole del lavoro e del suo mercato. Il modello è la flexsecurity europea.
Le nuove norme aiuteranno la competitività delle imprese?
Il jobs act, per ampiezza dell’intervento e radicalità delle soluzioni, può ben essere considerato una riforma epocale, paragonabile, per il suo impatto, allo statuto dei lavoratori del 1970.
Non è un caso che siano state riscritte tre norme fondamentali dello statuto, gli articoli 18, 4 e 13. Negli ultimi 30 anni non si era mai intervenuti sul nucleo duro del rapporto di lavoro, cioè il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Si scaricavano le esigenze di flessibilità delle aziende ai margini del sistema.
Il jobs act invece ha preso di petto la parte core del diritto del lavoro, il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, con l’obiettivo di renderlo più appetibile, attraverso l’iniezione di massicce dosi di semplificazione e flessibilità. In quest’ottica sono cambiate le regole fondamentali in tema di ingresso al lavoro, di gestione del rapporto e di uscita. Quanto all’ingresso, il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti compete con il contratto a termine e la somministrazione, pure sostanzialmente liberalizzati. A livello gestionale, sono state rese meno complicate le riorganizzazioni modificando la norma sui cambi di mansione, e le nuove disposizioni sui controlli hanno semplificato l’utilizzo degli strumenti informatici.
Ma soprattutto è cambiato il sistema di tutele contro il licenziamento illegittimo: è stato definitivamente affermato che la regola è l’indennizzo e la reintegrazione un’eccezione, allineandoci così al resto d’Europa, e sono stati resi preventivabili i possibili costi del recesso.
Certo alcune criticità rimangono: dovremo ancora a lungo convivere con un diverso regime di tutele a seconda della data di assunzione, le regole della contrattazione collettiva (alla quale sono stati aperti notevoli spazi) non sono ancora ben definite, e soprattutto le politiche attive, che dovrebbero andare di pari passo con la flessibilità in uscita, sono ancora al palo.
Ma la rotta verso la flexsecurity è stata tracciata, e questo non va sottovalutato.
Aldo Bottini
Partner di Toffoletto De Luca Tamajo e Soci e Presidente di AGI – Avvocati giuslavoristi italiani
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