Il mondo HR, gli smartphone e la lezione della Storia: se l’unica rivoluzione possibile è quella “human centered”

Basterebbe ricordarsi di quel 9 gennaio 2007. Basterebbe quello, per avere un quadro più chiaro del momento che attraversa la galassia HR. Basterebbe tornare con la memoria a quel giorno per comprendere meglio l’esigenza – no, di più: l’imperativo – con cui si trovano a fare i conti oggi gli interpreti di questa funzione aziendale.

Sul palco del Moscone Center di San Francisco, quel giorno, succede che a un certo punto si materializza Steve Jobs. In mano ha una specie di portasigarette e quello che fa è dire a chi siede in platea che quanto imparato fino a quel momento in fatto di telefonia e robe simili, e beh, in un certo senso, va dimenticato. Ma non è che glielo dica proprio. Fa di più: glielo dimostra.
Lo fa marcando la differenza che in quel momento si materializzava tra il prima e il dopo. Tra uno smartphone grondante minuscoli tasti, e quel portasigarette che ha in mano. Che di tasti, guarda caso, ne ha uno soltanto. Sappiamo bene com’è andata a finire.

Quello che non ci è stato mai abbastanza chiaro, però, o forse non lo è mai stato quanto adesso, è ciò che stava dietro quella rivoluzione: la volontà di rimettere la persona al centro di ogni cosa.

Qualcuno se ne sarà già accorto, ma siamo arrivati al punto. Perché la stessa operazione del 2007, lo stesso epocale cambio di paradigma vissuto da Steve Jobs, è richiesto oggi a chi si occupa di risorse umane: rimettere la persona al centro di ogni processo.

Diversi gli indicatori che giustificano questa esigenza. Tre, invece, i gesti che la soddisfano.
Primo: il passaggio dai big data (con cui fino a oggi abbiamo verificato le ipotesi) agli small data (con cui in futuro le identificheremo).
Secondo: il tramonto di un modello di ricerca basato sui profili e il conseguente avvio di una fase votata alla selezione di personalità in linea col fit aziendale.
Terzo: customer e candidate experience come drivers nel nuovo processo di ricerca, selezione e onboarding.

Basterebbe insomma ricordarsi di quel 9 gennaio per riprogettare funzione e processi HR partendo da un nuovo approccio. Il solo possibile. Quello “human centered”.

Nicola Rossi
Country Manager Monster Italia

La conversazione continua al 48° Congresso Nazionale AIDPIntelligenza artificiale Intelligenze umane Quando il plurale fa la differenzaad Assisi, il 7 e 8 giugno, all’interno della sessione LE PERSONE

https://congresso.aidp.it/

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