200 DI QUESTI NUMERI!
Era il 1980 quando Ernesto Longo, il primo direttore di questa rivista, aveva già stilato in nuce i concetti guida che ci avrebbero accompagnato in questi quarant’anni. Umiltà, orgoglio, consapevolezza del ruolo, cambiamento, onore e, soprattutto, fiducia. Ci siamo impegnati per rendere onore a queste parole, alla nostra Associazione e al mestiere che ci accomuna, con umiltà e orgoglio, come ci aveva indicato Ernesto, e l’occasione di questo anniversario della rivista ci stimola a qualche riflessione retrospettiva.
Lo scopo non è quello di crogiolarsi nella rievocazione del passato, che pur ha radici profonde che ci danno stabilità, ma quello di scegliere il passato di cui vogliamo essere eredi per alzare lo sguardo, e saper immaginare un futuro possibile e auspicabile per noi. Passato e futuro insieme insomma. Chi si occupa di futuro in genere lo definisce al plurale, perché molti sono gli scenari possibili che si possono verificare e quello in cui realmente vivremo, dipenderà in modo sostanziale da quale tra queste tante prospettive, avremo scelto.
La nostra condizione di oggi deriva, infatti, in grandissima parte dalle scelte e dalle determinazioni assunte ai tempi della nascita della nostra rivista
Basta ricordare gli effetti delle lotte sindacali, delle battaglie per l’emancipazione delle donne, della “guerra dei talenti” o la centralità guadagnata dallo sviluppo e dalla valutazione delle competenze. Sono esiti in parte di decisioni prese in passato, di cui oggi godiamo i benefici e, in alcuni casi, di cui scontiamo le conseguenze.
La realtà postpandemica in cui ci troviamo unita all’instabilità dovuta alla guerra, ci confermano ulteriormente la necessità di alzare lo sguardo, perché il futuro sarà caratterizzato sempre più da shock e cambiamenti improvvisi che evidenziano le patologie nascoste del sistema.
Allora un gruppo professionale come il nostro che voglia vivere e progettarsi con uno sguardo di lungo periodo, deve essere capace di dotarsi di strutture in grado di attenuare il possibile impatto, di essere resiliente, di assorbire i colpi e rilanciare il suo sviluppo.
Per pensare questi futuri possibili abbiamo voluto qui coinvolgere persone molto autorevoli, per costituire un “comitato di pensiero” che ci possa aiutare ad avere maggiore consapevolezza di quanto sia importante un’ottica di lungo periodo e il confrontarsi con opinioni, anche divergenti, che vengono da campi e punti di osservazione diversi tra loro. Per riflettere insomma di quale Direzione del Personale desideriamo lasciare a chi verrà dopo.
La “lente” con cui abbiamo affrontato questa analisi del nostro passato e questo sguardo verso il futuro, è quella della PASSIONE per il nostro mestiere, quella che ognuno di noi ha saputo testimoniare nella sua carriera. Oltre agli sguardi degli esperti troverete, quindi, su questo numero anche le nostre Storie. Abbiamo infatti chiesto a tutti gli associati di inviarci le storie di passione al lavoro (redazione@aidp.it). Questi racconti saranno pubblicati su un blog ad hoc e alcune le sceglieremo per pubblicarle qui su Direzione del Personale per tutto il 2022.
Lo abbiamo fatto perché crediamo che nella memoria, nel ricordare, ci sia tutto, e che in ogni vostra storia ognuno possa riconoscere una parte di se e ritrovarsi, rinforzando la sua identità.
La storia siamo noi – canta De Gregori – e noi costruiamo costantemente la nostra storia a partire dalla memoria vivente di chi l’ha vissuta.
Insieme alle immagini, naturalmente, e alle riviste come la nostra, ai libri e ai documenti che ci sono stati lasciati. E non esiste ricerca sociale o organizzativa che possa prescindere da queste fonti per capire meglio e ricostruire i modi di vivere le imprese, i tempi, gli spazi, i riti dei gruppi umani che vivono le nostre aziende. Il compito di noi che osserviamo questi fenomeni è allora quello di filtrare, sedimentare e riportare nuovamente al lettore queste storie perché a loro volta diventino una nuova mitologia del presente e rafforzino i legami associativi e professionali su cui il nostro gruppo si basa.
L’invito per guardare al futuro, in conclusione, riguarda la partecipazione e la condivisione come modalità di lavoro imprescindibile.
Occorre continuare a creare gli spazi, i criteri, le circostanze, le competenze perché le scelte siano il più possibile condivise e poi realizzate concretamente e responsabilmente insieme; perché noi come singoli incarneremo di fatto, con la nostra partecipazione o con la nostra assenza, il futuro reale e concreto, con le sue fortune e i suoi problemi.
AIDP a mio parere rappresenta esattamente questo tentativo virtuoso di un io collettivo che definisce i confini del lavoro con una dimensione che è insieme singolare e plurale e, grazie a questo, diventa un “noi” molto più vitale e generativo. Questa è la nostra forza e di questa energia siamo portatori nelle imprese, nelle organizzazioni non profit, nella pubblica amministrazione e in tutti i luoghi di lavoro. Grazie a tutti per il vostro sostegno in questi anni.
Che la forza sia con noi allora!
Direzione del Personale è l’House Organ ufficiale di AIDP e il trimestrale con più lunga storia nel panorama della letteratura manageriale italiana. La stretta collaborazione tra il comitato di redazione e i gruppi regionali dell’Associazione garantisce un osservatorio permanente nel settore unico in Italia. Con le sue 5.000 copie è oggi in Italia la più letta rivista del settore.
Direzione del Personale non è venduta in edicola ma spedita gratuitamente ai soci AIDP e agli abbonati del trimestrale.
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