Il Manager in transizione: da controllore a formatore

Al 54° Congresso AIDP, Fondirigenti ha presentato le proprie attività di ricerca sul “Manager Formatore”. I panel di discussione con Alessandro Chiesa (Ferrari), Francesco Garello (Geox) e Luigi Serio (Univ. Cattolica), hanno consentito di evidenziare ruolo e competenze di questa nuova figura manageriale.

Il passaggio da controllori a integratori di talenti e competenze rappresenta l’essenza del nuovo paradigma manageriale che si sta affermando nelle organizzazioni più innovative. In questa trasformazione, la figura del “Manager formatore” diviene protagonista di una rivoluzione silenziosa, ma potenzialmente dirompente, nella cultura aziendale.

La crescente complessità tecnologica e la convivenza intergenerazionale stanno ridefinendo i parametri del management tradizionale. Il modello fondato su “comando e controllo” lascia spazio a un approccio centrato su “conoscenza, apprendimento continuo e capacità di innovazione”. La specializzazione “estrema” delle competenze richiede, infatti, manager capaci di orchestrare talenti diversificati, piuttosto che di dominare ogni aspetto tecnico del proprio settore.

Il Manager formatore ha un suo peculiare profilo che lo contraddistingue con competenze specifiche che includono la capacità di fornire feedback costruttivi e tempestivi, la learning agility e la gestione proattiva dell’incertezza. Fondamentale risulta anche l’abilità di conferire significato al lavoro dei collaboratori, trasformando le attività quotidiane in opportunità di crescita e sviluppo professionale.

Questo cambio di paradigma assume particolare rilevanza nella gestione delle nuove generazioni, meno propense a comprendere l’autorità basata sulla sola gerarchia e più alla ricerca di senso nel proprio lavoro. Il Manager formatore deve saper riscrivere il contratto psicologico con i collaboratori, adattandosi anche a relazioni professionali dalla durata più breve ma dall’intensità maggiore. Per questo forma attraverso l’esempio concreto, l’inclusività nelle decisioni e la democratizzazione dell’accesso alle informazioni, che cessano di essere uno strumento di potere per diventare risorsa condivisa.

In questo scenario evolutivo, il Manager trova supporto (strategico) in una funzione HR rinnovata e “diffusa”, che si trasforma in partner del cambiamento culturale e facilitatore del potenziamento delle competenze dei team. Anche l’Intelligenza artificiale può rappresentare un alleato prezioso nell’azione formativa del manager, purché si diffondano le capacità di formulare le domande appropriate e si lasci all’umano l’ultimo tocco di creatività.

Il percorso verso il Manager formatore è tuttavia ancora agli inizi e richiede investimenti significativi per consolidarsi, specialmente nelle PMI. Bisogna continuare la ricerca e la sistematizzazione delle competenze, diffondere best practice e creare reti di connessione. Fondirigenti intende impegnarsi su questi fronti, proponendosi come la “Casa dei manager formatori” di oggi e di domani, con la convinzione che formazione e management siano le chiavi per il miglioramento della competitività delle imprese e dell’occupabilità di tutti i lavoratori.

 

Massimo Sabatini
Direttore Generale
Fondirigenti

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