CHI LO GUIDA IL CAMBIAMENTO
NELLE ORGANIZZAZIONI?

Se in un passato recente il cambiamento organizzativo ha avuto una funzione di adattamento verso un contesto di business che evolveva, quello che bussa alle porte del management oggi ha più a che fare con la riformulazione più completa di un sistema che non assomiglierà più a niente di quello che conosciamo.

Quali sono i fattori in gioco qui?

Cosa sta realmente spingendo le fondamenta delle organizzazioni?

In effetti nulla che ha a che vedere primariamente con il business, ma con la società stessa.
Con poche azioni, eseguite nella libertà dello spazio e del tempo, la Persona può oggi raggiungere obiettivi che prima erano impensabili in autonomia.
Si chiama disintermediazione, ed è quel fenomeno che, abilitato dalle tecnologie digitali, ci consente di acquistare un viaggio, un bene qualsiasi, cercare e trovare lavoro, studiare ed imparare, interagire con chi vogliamo per esprimere un parere, progettare, risolvere un problema, fare innovazione.
Questa Persona, oltre ad essere noi stessi, è il nostro cliente, fornitore, partner…ma non ancora nostro employee. Già, perché per rispondere alla domanda delle Persona aumentata fuori, dobbiamo necessariamente chiamare in causa la Persona dentro le aziende.

Ma cosa vuol dire abilitare la Persona?

In sostanza renderla capace di agire, in autonomia, attivando contenuti che le sono necessari per affrontare le domande operative, e le persone del network organizzativo che la possono aiutare a risolvere ed innovare.
La social organization (#socialorg) è quel modello organizzativo che oggi possiamo provare ad implementare per abilitare la Persona nell’azienda, e chiede:
Processi collaborativi, che chiamano allo scambio continuo di idee, saperi e soluzioni fra persone
Cultura della collaborazione, che da reale significato valoriale a questo modo di pensare le organizzazioni
Tecnologie digitali di connessione e conversazione, che diventano la piattaforma sociale aumentata su cui le persone agiscono la collaborazione

Ma, in ultimo, chi può realmente guidare un cambiamento così profondo delle organizzazioni verso questo modello?
In primis la Persona stessa, che diventa l’agente di cambiamento attivo in ogni ambito del sistema organizzativo. Ma l’abilitatore reale è proprio HR che ha il punto di vista della Persona.
Non certo l’HR tradizionale, ma quello che concepisce di dover esso stesso cambiare in profondità, a partire dalla stessa idea che ha di se. Non più un ruolo di servizio o staff, ma un vero metodologo del cambiamento che supporta le persone in questo viaggio.
Può immaginare HR di posizionarsi laddove il cambiamento sta arrivando? Sente su di sé la responsabilità ma anche la capacità di supportare le organizzazioni verso modelli partecipati? Vorrà HR abbandonare punti di vista obsoleti verso forme in cui tecnologia e Persona interagisce per produrre Valore?

Alessandro DONADIO HR Innovation Leader PwC

  • La conversazione con l’autore continua il 12 e 13 maggio, al 46° Congresso Nazionale AIDP nella wave Leading Innovation in the Digital Age: quale il ruolo di HR nei processi di cambiamento? La società, le persone, le organizzazioni cambiano. HR che ruolo ha in questo? Come può diventare reale e strategico ruolo di accompagnamento in un contesto dove la tecnologia digitale e l’innovazione fanno da driver?
    Per saperne di più su WAVE! http://congresso.aidp.it/

#aidp2017

 

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