Il welfare aziendale, finora “sussidiario”, è ora centrale per il benessere delle persone, delle loro famiglie e delle comunità di riferimento. Per i responsabili HR è una leva strategica di engagement e un’opportunità di posizionamento rispetto all’impegno per la sostenibilità, non solo economica ma anche sociale
Il welfare aziendale, prima chiamato “sussidiario”, è diventato negli anni fondamentale perché integra e compensa la riduzione del welfare pubblico. Le aziende che oggi investono in piani di welfare sono quindi aziende attente ai propri collaboratori e ai loro bisogni e trasmettono un messaggio valoriale di fiducia e ascolto. Messaggio oggi più che mai importante, considerando il fenomeno delle dimissioni di massa e la disaffezione delle persone per il proprio lavoro: meno di due dipendenti su dieci (14%), in base agli ultimi dati dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, oggi sono pienamente ingaggiati e soddisfatti. Di conseguenza, per la stragrande maggioranza dei responsabili risorse umane (92%) – sempre secondo l’Osservatorio – la salute e la sicurezza dei lavoratori si sono imposte come valori centrali nella gestione dell’azienda e per due su tre (77,7%) la domanda di servizi di welfare è destinata in futuro a crescere. E nonostante le difficoltà economiche, due imprese su tre – in base all’ultimo rapporto Welfare Index PMI – anche tra le piccole hanno l’intenzione di rafforzare l’impegno sociale verso i lavoratori (67,5%). Un impegno che viene ripagato: i dati raccolti dalla ricerca Jointly Voice confermano che se un piano di welfare viene costruito in maniera coerente rispetto alle diverse necessità dei collaboratori e viene comunicato chiaramente può aumentare fino al 30% il livello di identificazione e di “fedeltà” alla propria organizzazione.
Il welfare, infatti, può essere uno strumento concreto che testimonia l’impegno di un’azienda verso il proprio capitale sociale. Come Jointly, per esempio, siamo fieri di essere la prima azienda italiana di welfare aziendale a ricevere la certificazione BCorp®, che misura l’impegno di un un’impresa a sviluppare un profitto sostenibile, che tiene conto non solo del bilancio economico ma anche di quello sociale ed ambientale della propria attività. Per noi è stato un altro passo verso un nuovo modo di fare impresa, che abbiamo fin dall’inizio: Jointly è nata nel 2014 come startup innovativa a vocazione sociale, quando ancora l’acronimo SIAVS era sconosciuto, anche tra gli addetti ai lavori. Nel 2022 Jointly ha deciso di rafforzare ulteriormente il proprio impegno diventando prima società benefit – con un impegno formale in statuto – e poi BCorp®, misurando questo impegno con dati e numeri, certificati da un ente terzo. Come noi, sempre più aziende si impegnano a certificare il proprio grado di sostenibilità, anche attraverso il welfare, nei propri bilanci.
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