Se qualcuno mi avesse detto che avrei parlato di pallavolo all’Ara Pacis, probabilmente avrei riso. Eppure il 30 settembre è successo esattamente questo, e non solo ha funzionato, ma è stata una delle esperienze più significative di questo 2025. Terzo appuntamento delle “Olimpi@di dell’Apprendimento” di AIDP e Fondimpresa, e la sensazione è che ogni tappa di questo viaggio ci stia portando sempre più vicino al cuore di ciò che significa davvero lavorare insieme.
“Ricevi, alza, schiaccia: il gioco di squadra sul campo e in azienda”. Tre gesti tecnici della pallavolo che raccontano molto più di uno sport. Raccontano di interdipendenza, di fiducia, di quella capacità di passare la palla sapendo che qualcun altro la prenderà al volo. E in azienda, diciamocelo, quante volte ci capita davvero di fidarci così tanto da lasciare andare il controllo?
Ad accompagnarci in questa riflessione, un ospite d’eccezione: Andrea Zorzi, campione mondiale di pallavolo. E quando un campione ti racconta che il segreto non è schiacciare più forte, ma alzare meglio, capisci che non stai ascoltando una lezione di sport. Stai ascoltando una lezione di leadership. Perché nel volley, come nelle nostre organizzazioni, nessuno vince da solo. E l’alzatore, quella figura che spesso resta nell’ombra, è chi rende possibile la schiacciata vincente.
La serata è iniziata con i saluti istituzionali di Matilde Marandola, Presidente Nazionale AIDP, e Elvio Mauri, Direttore Generale di Fondimpresa. Due voci che hanno ribadito l’importanza di questo progetto: non si tratta di eventi isolati, ma di un percorso che sta cambiando il modo in cui pensiamo alla formazione. Perché la formazione vera non è quella che ascolti seduta o seduto in aula, è quella che sperimenti, che ti mette in gioco, che ti fa sbagliare e imparare.
Dopo il dialogo con Andrea Zorzi, è arrivata la “schiacciata” – il momento del commento con Alessia Ruzzeddu, Responsabile Diversity Equity Inclusion and DEI Culture di Autostrade per l’Italia, e Gianfranco Chimirri, membro dell’Advisory Board AIDP. Due prospettive diverse, due esperienze complementari, unite da un unico filo conduttore: la consapevolezza che integrare significa costruire sistemi in cui ogni persona può esprimere il proprio potenziale, non nonostante le differenze, ma proprio grazie a esse.
E io, nel mio ruolo di moderatrice (piccola nonostante i tacchi vicino ad Andrea Zorzi), ho cercato di tenere il ritmo, di far fluire il dialogo, di non far cadere la palla. Perché anche moderare è un gioco di squadra: ascolti, rilanci, crei spazio perché le voci si intreccino e il pubblico possa portarsi a casa qualcosa di concreto.
Alla fine, aperitivo di networking e visita guidata dell’Ara Pacis. Perché anche questo fa parte del gioco: creare connessioni, scambiare idee, continuare la conversazione fuori dal palco. E mentre camminavamo tra le antiche sculture, pensavo a quanto fosse perfetta quella location. Un monumento alla pace che diventa teatro di una riflessione sul lavoro di squadra. Perché la pace, in fondo, è proprio questo: la capacità di stare insieme, di accogliere le differenze, di costruire qualcosa di più grande della somma delle parti.
Ce ne siamo andate e andati da Roma con una certezza in più: ricevere, alzare e schiacciare non sono solo gesti tecnici. Sono metafore di un modo di lavorare che mette al centro la collaborazione, l’interdipendenza, la fiducia reciproca. E noi, quel giorno, abbiamo imparato a giocare un po’ meglio. Insieme.

Marcella Loporchio
Event Manager e Socia AIDP Campania
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