L’errore è una soft skill

La storia, ufficiale, è nota. Nel 1492 Cristoforo Colombo salpò con le tre Caravelle da Palos de la Frontera, in Spagna, con l’idea di andare verso le Indie per inaugurare vie commerciali dirette attraverso la rotta atlantica. Scoprì, invece, le Americhe, approdando il 12 ottobre dello stesso anno sulle attuali Isole Bahamas.  Da un “errore” di conoscenza e pianificazione è successo tutto quello che sappiamo. Morale? Dagli errori possono nascere grandi cose e straordinari insegnamenti.

Sappiamo che lo sviluppo costante dei saperi e delle competenze è l’attività più importante per avere successo nel mondo del lavoro. Anzi, per molti aspetti è la precondizione per poter stare nel lavoro. Ebbene, tra le tante competenze soft decisive per crescere e sviluppare il proprio percorso professionale e personale, dovremmo porre, con più enfasi e consapevolezza, l’accento sulla cultura dell’errore. Ossia, sulla possibilità di poter sbagliare senza timori auto-flagellanti. L’errore è una componente decisiva dell’apprendimento costante della nostra vita in tutte le sue articolazioni, compresa quindi anche quella del lavoro.

Nella nostra cultura economica, purtroppo, tale consapevolezza non è stata ancora recepita convintamente dai più. L’errore come una delle principali soft skill, a maggior ragione, dovrebbe essere sostenuto e ricordato costantemente quale valore di crescita. La storia dell’umanità ce lo insegna. Non dobbiamo aver paura di sbagliare. Per di più, come recita una massima popolare, sbagliando si impara.

Il valore costruttivo dell’errore, però, è nella capacità di riconoscerlo con l’intento di accrescere il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze, ma con l’auspicio, ça va sans dire, di non ripeterlo. Da tale consapevolezza nasce il percorso di crescita e miglioramento costante di ciascuno di noi, magari con un’ambizione in più: se proprio dobbiamo commettere errori, perché insito nella nostra natura, tentiamo di fare errori nuovi. La cultura dell’errore è una fondamentale tappa di progresso e di evoluzione e come tale rappresenta una delle competenze professionali che dobbiamo saper allenare. Una competenza insita nel concetto di competitività.

L’essere competitivi è strettamente connesso alla pratica costante del miglioramento di sé stessi. Tramite questa costante tensione tra conoscenza e perfezionamento delle proprie capacità si sviluppa il nostro progresso umano e professionale.

Federico Biazzo, Innovation and training manager di Orienta

 

 

 

 

 

 

 

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