Le truffe aziendali sono di fatto reati contro i lavoratori onesti e un significativo freno alla crescita dell’economia del nostro Paese
Le investigazioni aziendali, svolte in collaborazione o per conto di studi legali o dei responsabili delle risorse umane delle maggiori aziende che operano in ambito sia nazionale che internazionale, registrano un trend in forte crescita negli ultimi tempi perché finalmente gli avvocati hanno preso piena coscienza delle difficoltà che si incontrano affrontando, in un contesto giuslavoristico, un contenzioso senza prove concrete o esigibili in giudizio.
Il primo posto tra gli ambiti in cui gli studi legali chiedono il supporto dei servizi investigativi riguarda il contenzioso del lavoro: una tipologia di cause con un forte impatto economico sul bilancio finale costi/benefici delle aziende. A fronte di un investimento in attività investigative, cui consegue generalmente una soluzione stragiudiziale del contenzioso, le aziende hanno infatti la possibilità di risparmiare somme significative, evitando le lungaggini di un regolare contenzioso.
Seguono i casi di concorrenza sleale: i legali di impresa si trovano infatti coinvolti in vere e proprie guerre con società concorrenti, ove la scorrettezza è sempre dietro l’angolo. Ugualmente importante, la tutela dei grandi marchi e le relative investigazioni volte a individuare la filiera del mercato della falsificazione.
Per gli studi legali, pertanto, è importante interfacciarsi con uno staff con competenze giuridico-legali che assicuri una corretta gestione della raccolta di prove sotto il profilo della legalità.
Ulteriore nota di interesse riguarda le nuove frontiere dell’investigazione digitale: si riscontra una sempre più forte richiesta di attività di digital forensics e, cioè, di tutti quegli accertamenti che si rendono indispensabili per poter documentare in giudizio il contenuto informatico dei supporti digitali quali pc, smartphone, tablet, navigatori etc.
Risulta facile quindi immaginare la futura evoluzione del settore: come avviene oltreoceano infatti, si procede verso una sempre più forte integrazione tra attività legale e investigativa, con lo scopo di diminuire i tempi e i costi di giustizia, assicurando alla parte una maggior possibilità di far valere le proprie ragioni in giudizio.
Un’ultima riflessione può riguardare la differenza, a livello sia teorico che pratico, tra indagini pubbliche (o istituzionali) e private (o di parte). Semplicisticamente si potrebbe dire che le indagini istituzionali, tendono a obiettivi irrinunciabili perché tutelano interessi vitali per il bene del Paese e dei cittadini, mentre le seconde, tra cui quelle aziendali, tendono a proteggere interessi privati. Nella realtà, però, pur senza nulla togliere al valore irrinunciabile delle prime, che per loro natura vengono condotte “insieme” al giudice, occorre rilevare come anche le seconde perseguano finalità non esclusivamente private: evitare che un’azienda paghi, in presenza di attività truffaldine, quanto non dovuto in materia assistenziale o impedire frodi interne, con relativo danno per l’economia di un’impresa, e sono solo alcuni esempi, è comunque un risultato che tocca, per via indiretta, l’economia nazionale, favorendone la crescita. A differenza di ciò che accade per le indagini istituzionali, nel secondo caso non si lavora “insieme” al giudice ma “a favore” del giudice, affinché si giunga più facilmente e più rapidamente ad eliminare un problema che, sempre più spesso, è un problema di tutti.
E come questo sia un problema di tutti lo si può immediatamente percepire prendendo atto che le truffe in danno di un’azienda vanno ben oltre il danno all’azienda stessa, perché di fatto sono reati contro i lavoratori onesti, contro chi un lavoro lo cerca e non riesce a trovarlo e, per passaggi successivi, sono reati contro l’intero sistema economico nazionale. È un problema di cultura della legalità, quindi, un problema che impone senza più indugi una chiara e non ambigua presa di coscienza da parte di una molteplicità di soggetti e, tra questi, attori e protagonisti dovranno necessariamente essere tanto gli imprenditori quanto i responsabili delle risorse umane.
Per troppo tempo, per troppi anni, i furti in azienda, le truffe, le infedeltà professionali, le false malattie, le illecite fruizioni dei permessi sindacali o per la ex legge 104/92, sono stati visti con colpevole indulgenza, come peccati di serie B o, più banalmente, come manifestazioni di una certa furbizia nazionale, da vantare più che da biasimare!
Michele Franzè Presidente di Axerta Spa
Già Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e Vice Direttore Operativo di AISE
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